Una grossa novità è alle porte: Google ha infatti annunciato che, a partire dal 2022, il suo browser (Chrome) sarà impostato in modo tale da non supportare più i cookie di terze parti.
In verità non si tratta di un lampo a ciel sereno se consideriamo il fatto che questi cookie sono già esclusi dalle impostazioni base di altri browser, in primis Mozilla e Safari. Vediamo innanzitutto di capire cosa sono i cookie di terze parti. I cookie di terze parti sono, in sostanza, cookie impostati da un sito internet diverso da quello che l’utente sta visitando.
Un esempio per chiarire il concetto: il sito website.com potrebbe contenere al suo interno un pulsante “Mi piace” di Facebook. Quel preciso pulsante ha la capacità di impostare un cookie che può essere letto da Facebook.
Ecco, quello è considerato un cookie di terze parti. Alcuni inserzionisti che operano attraverso l’advertising online ricorrono a questo tipo di cookie per tenere traccia delle visite dell’utilizzatore su tutti i siti che offrono i loro servizi web. Questo tracciamento viene tecnicamente definito “tracciamento intersito”.
Che conseguenze avrà questa decisione? Viene messa una sorte di stop al modo in cui eravamo abituati a concepire il Digital Advertising. Più nello specifico i cookie di terze parti sono fondamentali nelle attività di identificazione e profilazione degli utenti e in particolare nell’ambito del Programmatic Advertising e per la realizzazione di campagne di retargeting.
Questo però prevedeva di entrare in modo spesso eccessivo all’interno dei dati degli utenti. La misura va quindi nella direzione di tutela della trasparenza e della riservatezza dei dati personali dopo l’introduzione del GDPR e della Direttiva ePrivacy (ePR).
Cosa succederà dal 2022 in poi? Occorrerà essere preparati per tempo per individuare nuovi metodi efficaci, ma rispettosi, all’interno della pubblicità online.