Si sapeva che questi sarebbero stati anni fondamentali per lo streaming multimediale. Disney + e Apple TV +, lo scorso anno, erano appena stati lanciati e le nuove piattaforme fortemente pubblicizzate come Netflix, HBO Max, Peacock, ehm, si stavano preparando per il loro debutto.
Quello che non sapevano, ovviamente, era che il COVID-19 sarebbe arrivato nel mondo con effetti immediati e che avrebbe alterato la vita di tutti come anche le previsioni sullo straming. All’improvviso, si è rimasti bloccati a casa con molto tempo libero a disposizione, tempo che si sarebbe potuto altrimenti trascorrere nei cinema, nei teatri o nelle sale da pranzo dei ristoranti.
In mancanza di questo? Si è optato per la TV. Il brusco cambiamento nell’attenzione degli spettatori, combinato con i cambiamenti a livello di settore, ha fatto di un anno singolare, l’anno dello streaming.
Se di numeri si vuole parlare, con oltre 200 milioni di utenti globali nel 2020 Netflix era al primo posto. A 50 milioni di abbonati di distanza troviamo Amazon Prime Video che ha il vantaggio di essere parte del pacchetto Amazon. Più in giù, dopo Tencent (120 milioni) troviamo Disney+ che, secondo le previsioni degli analisti, è dato a breve come il nuovo elemento vincente.
Il canale lanciato a novembre ha già 95 milioni di abbonati.
Nella manica di Disney+ ci sono diversi assi vincenti: le licenze di blockbuster come Star Wars, Pixar, Disney e Marvel. Più i documentari del National Geographics e negli ultimi tempi per l’Italia i film del brand Star.
Il nuovo Ceo ha dichiarato di volere fare una scommessa importante sul futuro dell’azienda, ossia la produzione di 105 progetti originali (film o serie tv) per Disney+.
Se guardiamo ai contenuti offerti, aldilà della grandezza dello streamer, difficile non prevedere una vertiginosa scalata. Resta chiaramente il fatto che nello streaming, chi ha tagliato per primo il traguardo è difficile da spodestare, essendosi già acchiappato un pubblico costantemente mantenuto e nutrito.